È culminato con la consegna di ulteriori 25 Pannelli di “Caratterizzazione geologica dei vigneti del Monferrato casalese”, il progetto del Consorzio di tutela vini Colline del Monferrato Casalese realizzato dal geologo Alfredo Frixa, grazie al Psr 1014.2020 Operazione 3.2.1 Bando 2023.
Lo studio è stato effettuato sui terreni vitati a Grignolino del Monferrato Casalese doc, il vigneto, quindi, vino bandiera del territorio, con oltre 450mila bottiglie/anno. Il progetto è finalizzato alla conoscenza geologica del substrato dei diversi areali di produzione, utile alla narrazione/storytelling rivolto agli enoturisti e non solo. Ogni pannello rappresenta, dunque, il tassello di un puzzle geologico, attualmente composto al 60% circa (50 pannelli su 89 aziende socie).
Ogni pannello riporta la formazione geologica (insieme di strati che la descrivono), le età (date dai microfossili), la profondità del mare e cenni sul periodo geologico, oltre a: la granulometria delle sabbie (ottenuta mediante bollitura e setacciamento del campione di substrato del vigneto), il contenuto delle sabbie del campione, documentato al microscopio e le analisi tessiturali (percentuali di sabbia, limo, argilla, carbonato di calcio e pH).
“Tutti i terreni studiati erano fondali marini, in gran parte emersi con il sollevamento, delle colline del Monferrato, avvenuto alla fine del Miocene, a partire da circa 7 milioni di anni fa” ha spiegato Frixa durante la consegna avvenuta domenica 12 maggio a Vignale Monferrato. “Considerando le età geologiche, dalla più antica alla più recente, 10 vigneti sono su terreni dell’Oligocene (33,9-23,03 milioni di anni fa), 14 su terreni del Miocene (23,03 – 5,33 milioni di anni fa) e solo 1 sui suoli del Pliocene inferiore (5,33 – 3,6 milioni di anni fa). L’unità geologica più vitata è la Formazione di Cardona (Oligocene inferiore; in media circa 30 milioni di anni fa), con 10 vigneti distribuiti tra la Valcerrina, Frassinello Monferrato, Lu e Cuccaro Monferrato, Ottiglio, Ozzano Monferrato, Ponzano Monferrato, Sala Monferrato e Vignale Monferrato. Questa unità rappresenta l’inizio del Bacino Terziario Piemontese, quando il mare ricopriva gli attuali territori di Monferrato, Langhe, Roero e la collina di Torino. Seguono i sedimenti di mare profondo delle Marne di Sant’Agata Fossili, importanti nella zona del Barolo (Miocene/Tortoniano; in media circa 9 milioni di anni fa) con 5 vigneti, nei territori di Cella Monte, Olivola, Ozzano Monferrato e Vignale Monferrato”.
Per la Pietra da Cantoni (Miocene/Burdigaliano-Langhiano: in media circa 16 milioni di anni fa) sono stati analizzati i suoli marini tropicali di 4 vigneti a Camino (Castel S. Pietro), Gabiano (Cantavenna) e Murisengo (Corteranzo).
“Il Complesso Caotico della Valle Versa (Miocene/Messiniano; circa 6 milioni di anni fa) è stato campionato nei 3 vigneti di Alfiano Natta, Cella Monte e Villadeati. In questo periodo geologico, il Mediterraneo diventò un grande lago salato a causa dell’interruzione dei collegamenti con l’Oceano Atlantico. Sulle altre tre unità geologiche, di mare profondo, mioceniche (Marne a Pteropodi inferiori e Marne di Mincengo) e sulle Argille Azzurre plioceniche, è campionato un vigneto a San Candido di Murisengo, uno a Gabiano e uno a San Martino di Rosignano Monferrato”.
Insomma, grazie a questo studio, primo esempio a livello nazionale iniziato nel 2022, il Monferrato casalese dispone di un prezioso ausilio, per narrare la storia geologica ed enoica delle sue colline, in gran parte, Patrimonio Unesco. I pannelli sono disposti nei perimetri dei vigneti monferrini.