Il Grignolino è in piena tendenza, come è vero che il pubblico del vino è oggi predisposto alla scoperta di vitigni di nicchia e più “leggeri”, laddove la leggerezza non è più intesa come scarsamente interessante, ma come nuova prospettiva, più contemporanea e in linea con il bere e il mangiare bene odierno.
Questo, semplificando e in poche parole, è il concetto espresso da Paolo Caputo su Forbes.com: una lunga dissertazione capace di fare il punto sui cambiamenti della domanda enologica, in netta opposizione ai vini muscolari degli anni ’80 del secolo scorso, preferibilmente molto alcolici. “Perché il Grignolino dovrebbe essere il vostro prossimo vino da cena”, titola la celebre rivista statunitense, per poi passare in rassegna le diverse espressioni di un vitigno che, “nonostante le differenze di terroir, fanno emergere il carattere intrinseco del Grignolino”. Un’uva dotata di identità altamente distintiva, “versatile, intrigante, accattivante” e ancora “vivace e luminosa”. Molte, tra le cantine citate da Caputo, appartengono al Consorzio del Monferrato Casalese: Accornero di Vignale Monferrato, Castello di Uviglie e Vicara di Rosignano Monferrato e Cascina Faletta di Casale Monferrato.