Anche i vini del Monferrato casalese hanno conquistato l’interesse dei numerosissimi winelovers che, da sabato 4 a lunedì 6 marzo, hanno letteralmente preso d’assalto la Cavallerizza Reale in occasione del Salone del Vino di Torino.
Complessivamente, sono stati registrati oltre 7400 ingressi, raggiungendo il sold out, sia sabato sia domenica, ancor prima dell’apertura delle porte. Un migliaio, invece, i partecipanti alla giornata B2B di lunedì 6 marzo dedicata agli addetti del settore; tra loro: aziende, buyer, enoteche e ristoratori.
A rappresentare il Monferrato, 14 vignerons soci del Consorzio di tutela vini Colline del Monferrato Casalese, di cui 10 ospiti della Casa Go-Wine, ovvero: Cinque Quinti (Cella Monte), Dealessi San Sebastiano (Lu Monferrato), Beccaria vini (Ozzano Monferrato), Pierino Vellano (Camino), Mauro Rei (Sala Monferrato), Vini Botto (Sala Monferrato), Tenuta La Tenaglia (Serralunga di Crea), Nazzari Franco (Ponzano Monferrato), Monte Ferrato Liedholm (Cuccaro) e Castello di Gabiano (Gabiano), e 4 dell’Enoteca Regionale del Monferrato: Alemat (Ponzano Monferrato), Angelini Paolo (Ozzano Monferrato), La Faletta (Casale Monferrato) e Casalone Vini (Lu).
Nella mattinata di lunedì, all’interno delle auliche sale di Palazzo Carignano, è stata presentata la Materclass “I Grignolini del Monferrato Casalese doc”, con un viaggio sensoriale tra il 2015 e il 2022 guidato dal Presidente di Go-Wine Massimo Corrado, arricchito dagli interventi delle donne del vino Francesca Arditi dell’Azienda Agricola Cinque Quinti e Giorgia Vellano dell’Azienda Agricola Pierino Vellano di Camino. In degustazione le annate: 2022 Vini Botto, 2021 Cinque Quinti, 2021 Pierino Vellano, 2020 Castello di Gabiano e 2016 Dealessi.
Nell’incalzante susseguirsi della passerella enoica, scandita da eccellenze tra le più diverse e blasonate, il Grignolino del Monferrato Casalese doc ha tenuto testa forte della sua spiccata identità, che lo colloca su un piano senza pari, per un vino esclusivo dall’interesse crescente, sia per le sue caratteristiche note organolettiche sia per la versatilità che lo vede indossare, senza grinze, sia l’abito più tradizionale, sia quello Riserva e, in dirittura di arrivo come etichetta, ma già ampiamente sperimentato, anche quello delle feste, con le bolle Metodo Classico e Metodo Martinotti.
Luminoso, schietto e trasparente, il Grignolino ha saputo sorprendere senso dopo senso, trovando crescenti conferme a partire dalla vista e dal profumo fino al gusto. Per il resto, è solo una questione di gusti e di esperienze: c’è chi lo ama tradizionale, chi lo preferisce invecchiato/Riserva o Monferace e chi, infine, lo vuole croccante con le bollicine.
Poi, saranno l’annata e il terroir a definirne l’abito migliore.