Il rito della potatura è una narrazione che va oltre il taglio e il tempo. Saper potare significa dare forma a quelli che saranno i grappoli della prossima stagione e di quelle a venire.
Si tratta di una pratica antica che, ancora una volta, definisce l’equilibrio tra passato e futuro.
Se bevendo vino si rivivono il passato e le dinamiche di quel territorio, è potando che si immagina e definisce l’uva, quindi, il vino che sarà.
I vignerons, che costituiscono il tessuto pulsante del Consorzio Colline del Monferrato Casalese, hanno avviato la potatura già lo scorso dicembre. Questa pratica proseguirà per tutto l’inverno fino a quando le gemme troveranno il loro spazio tra i tralci.
In questi giorni, il clack dei forbicioni è attutito dalla nebbia che, dalle prime ore del mattino, avvolge le sinuosità del Monferrato, per poi diradarsi e aprirsi al sole nelle ore più calde, consentendo alla terra di riverberarsi fino all’imbrunire, quando la nebbia risalirà per avvolgere ogni forma.
Questo è il nostro territorio che, in un silenzio operoso, attende la primavera.