Effetto “wow” per gli
underscovery wine Made in Italy

“Sul Monferrato inizia, finalmente, a muoversi l’attenzione internazionale”
I vini monferrini piacciono ai buyer di Usa, Asia, Svizzera, Francia e Russia

Nuovi contatti raggiunti e mercati aperti sia in Italia sia all’estero per i vigneron monferrini,
del Consorzio di Tutela Colline del Monferrato Casalese, reduci dalla 55ma Edizione del Vinitaly
Verona
.
Per qualcuno è stata una conferma, per altri una sorpresa rispetto ad un Salone tra i più
importanti del mondo enoico
che, quest’anno, ha contato oltre mille top buyer provenienti da 68
Paesi selezionati.
Sempre più, i vini cosiddetti di nicchia sono stati tra i più apprezzati rispetto ad un mercato in continua ricerca degli undescovery Made in Italy, ovvero, degli autoctoni meno noti ad effetto “wow”, quelli che trasferiscono un percepito di esclusività e di autenticità dei sapori, mentre sul Monferrato sta iniziando a muoversi l’interesse internazionale.

In questo contesto, il grande protagonista del Monferrato Casalese è indubbiamente stato il
Grignolino
, nelle sue diverse declinazioni, dal tradizionale al Riserva fino alle bollicine, oltre che il
Monferace, e con le mille sfumature, espressione dei diversi terroir, fatti di suoli, di clima, di
vitigno e di lavoro dell’uomo suoi propri.


Non solo di nicchia, ma di super nicchia, ha fatto la sua prima comparsa al Vinitaly il Rubino di Cantavenna doc (75% Barbera, 15% Freisa e 15% Grignolino) che, ad oggi, conta solamente 5 produttori in un areale molto ristretto, con poco più di 10mila bottiglie/anno. Così, tra gli altri, si è espresso Cronache digusto: “incarna alla perfezione un modello di eleganza che non fa a meno di energia, dinamismo e intensità; l’assaggio regala vivacità allegra e piacevole grazie ad una sferzante acidità e a un tannino composto, spesso, le cose più belle sono quelle inaspettate perché cambiano la visione di un territorio, di una tipologia o di un modo di fare vino”. “Per me è stata la priva volta al Vinitaly e direi che è stata un’esperienza positiva, che mi ha permesso di incontrare persone interessanti e conoscere dinamiche nuove” apprezza Lulù Boffo di Ca’ Ordano.


Questi, gli altri partecipanti monferrini del Consorzio: Accornero e Hic et Nunc di Vignale
Monferrato, Castello d’Uviglie, Bonzano e Vicara di Rosignano Monferrato, Angelini Paolo di
Ozzano Monferrato, Tenuta La Tenaglia di Serralunga di Crea, Castello di Gabiano, San
Sebastiano di Dealessi di Lu Monferrato, Mauro Rei di Sala Monferrato.

“Il Vinitaly si conferma, dunque, un momento importante per rafforzare i rapporti con i buyer già di
riferimento e per aprirsi a nuovi contatti” apprezza Fabio Saravesi della Dealessi; “alto l’interesse
e la curiosità per i vini meno conosciuti come il Grignolino”.


“Tantissima gente, una grande ripresa post pandemia, con appuntamenti confermati e nuovi contatti, dal nord al centro Italia, così come negli States, ma anche Messico e Russia” aggiunge Franco Angelini della Angelini Paolo che, al Vinitaly, ha anche presentato il nuovo Vermouth
aromatizzato; “rispetto al Grignolino credo che, ora più che mai, occorra investire su un
claim d’effetto che ne definisca l’identità”.


“Una quattro giorni assolutamente positiva con molti nuovi contatti in Usa e Asia; in calo, solo i
privati” aggiunge Ermanno Accornero.


“In questa edizione abbiamo presentato, tra gli altri, un nuovo Cortese solo acciaio in quanto
l’interesse per i bianchi e gli Spumanti è crescente” conclude Massimo Rosolen della Hic et Nunc;
“nuovi contatti in Svizzera e in Francia”.


“E’ stato uno dei migliori Vinitaly di sempre” hanno concluso dal Castello d’Uviglie, “sul
Monferrato, finalmente, inizia a muoversi l’attenzione internazionale grazie anche alla capacità
di muovere il territorio tutti insieme come parte di un territorio storico del Piemonte”.


Sondando tra i visitatori, questi, alcuni commenti sul Grignolino: “un vino decisamente
interessante e, soprattutto, sorprendente…. ne avevo sentito parlare ma, in onestà, devo dire che
il colore, sebbene limpido e trasparente, non gli rende giustizia, in quanto, solo al gusto si realizza
di avere di fronte qualcosa di grande e inaspettato, ovvero, un vino strutturato, di marchiata
identità, con un suo perché e una sua spiccata unicità…. un vino che va spiegato, conosciuto e
degustato senza fretta… l’alternativa giusta per uscire dai soliti schemi: un vino importante e
strutturato al punto giusto che consente di godere anche di un calice aggiunto”.
L’imbottigliato di Grignolino è passato da 409mila bottiglie nel 2021 a 435mila bottiglie nel 2022,
con nuovi impianti messi a dimora.

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